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Farro della Garfagnana

Toscana Ortofrutticoli e cereali

Il farro (Triticum dicoccum), la cui origine è stata individuata in alcune aree dell'Asia (Mesopotamia, Siria, Palestina) e in Egitto, è il cereale più antico fra tutti quelli pervenuti fino ai nostri giorni.

A causa delle mutate abitudini alimentari ed al conseguente abbandono di quei cibi ritenuti "poveri" e con l'avvento delle nuove varietà di frumento nudo (cioè prive di una protezione esterna), il farro fu definitivamente soppiantato e confinato in areali sempre più ridotti e poveri.

Iniziò a scomparire già dalla fine del secolo scorso, ma in Garfagnana si continuò a produrlo, ed anche in discreta quantità, dal momento che era oggetto di commercio.

Sui terreni collinari della Garfagnana trae vantaggio dal clima freddo; non richiede trattamenti antiparassitari né concimazioni e per questo è sostanzialmente un prodotto biologico con assenza di elementi inquinanti.

Oggi il farro riveste una notevole importanza per l'economia locale, tenendo conto che contribuisce in modo considerevole alla integrazione del reddito di molte famiglie.

L'unica specie coltivata in Garfagnana è il Triticum dicoccum a differenza di quanto accade in altri areali dove sono coltivati anche altri tipi di farro, specie lo spelta, in consociazione fra di loro.

Le aziende interessate alla coltivazione del farro sono oggi circa 80-90, per una superficie complessiva che si aggira intorno ai cento ettari.

L'ampiezza media è assai limitata, molte aziende coltivano meno di un ettaro, mentre circa il 10% coltiva una superficie superiore ai tre ettari.
Utilizzato in saporite e tradizionali ricette della Garfagnana, è entrato a pieno titolo nella gastronomia Lucchese e non soltanto. E' altamente salutare, sazia e dà energia, nutre e non appesantisce la digestione.

E' particolarmente adatto per preparare torte salate, ma in cucina è utilizzato soprattutto come ingrediente di zuppe e minestre.
A seguito di un importante percorso di recupero e di valorizzazione di questa coltura è stata riconosciuta la IGP.

Fonte: Regione Toscana

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